Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

mercoledì 29 dicembre 2010

Recensione del giorno

Il cimitero di Praga
di Umberto Eco
Bompiani, Milano, 2010 - 523 pagine; 19,50 euro

Anno 2010. Nel suo ultimo romanzo, Umberto Eco presenta il capitan Simonini e l’Abate Dalla Piccola: due facce per un solo protagonista. Tempo prima, Sandrone Dazieri aveva creato un personaggio, letterario e dissociato: il Gorilla. Nel 1886 fu pubblicato The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde. Disturbi della personalità, traumi dissociativi: indagini psicologiche. Prime considerazioni elementari che non esauriscono né le citazioni possibili né i temi delle 500 pagine di Eco. Il libro è una buona cronaca di fantasia, controllare i fatti storici vale un’indagine in biblioteca, la Parigi della Comune e le reti fognarie de I Miserabili sono effettivamente lezzose, ma leziose. Mentre il nostro caro antieroe bombarolo è solo una pedina nelle mani di massoni e gesuiti, e lasciando perdere la questione “L’antisemitismo è un’ossessione cattolica?”, pensiamo alla nostra situazione. In quale momento potrebbero fregarci? Il cimitero di Praga è il romanzo novità di Natale e contiene diversi capitoli (i migliori!) dedicati all’impresa di Garibaldi. Commercialmente impeccabile, considerando che gli omaggi all’anniversario dell’Unità d’Italia cominciano a saltar fuori come funghi. Si riuniscono tutti lì sotto e tornano sempre. (Rizzla)

lunedì 13 dicembre 2010

Invito


Recensione del giorno

Le giravolte di Nurij
di Luciana Dallari

GL Editore, Piacenza, 2010; 80 pagine; 12 euro


Luciana Dallari si occupa di marketing alla Fondazione Toscanini, ma ha la passione della letteratura per l'infanzia. All'attivo tre pubblicazioni per bambini dedicate alla musica, al teatro e alla danza:
Artù e Melody, incentrato sul grande maestro Arturo Toscanini, Calla: la voce di Mary, sulla star del bel canto Maria Callas, e il nuovissimo Le giravolte di Nurij dedicato al mito Rudolf Nureyev. Un nuovo modo per far appassionare i più piccoli all'affascinante mondo del teatro. Il libricino, edito da Grafiche Lama, è corredato dai disegni e dalle illustrazioni di Diego Gradali. (M.L.B.)

giovedì 25 novembre 2010

Invito

Recensione del giorno

Giuseppe Verdi
Rigoletto Il trovatore La traviata

di Antonino Titone

L'epos editore, Palermo, 2010 - 476 pagine; 43,20 euro


Tre libri in uno: cosí può definirsi questo studio della cosiddetta "trilogia popolare" verdiana, primo di cinque volumi dedicati a quindici opere di Giuseppe Verdi. L'Autore suggerisce di penetrare nel cosmo di Verdi, che con Omero, Dante e Shakespeare considera uno dei grandi aedi dell'Occidente, «dal fondo della storia, avendo percorso i cunicoli delle fonti letterarie e dei libretti». Il lettore verrà invitato a guardare con occhi nuovi Rigoletto, Il trovatore, La traviata, attraverso la sofferta esistenza di Francesco I, fra le cui braccia muore Leonardo da Vinci; i declivî della dolce Aquitania del XII secolo, e dei suoi eleganti trobadors; il sontuoso appartamento di «11, rue de la Madeleine, 8° arrondissement», dove si spegne a soli ventitré anni Alphonsine Plessis, la piú famosa mantenuta di Parigi.

venerdì 19 novembre 2010

Recensione del giorno

Life
di Keith Richards
Feltrinelli, Milano, 2010 - 505 pagine; 24 euro

Happy. L'incredibile avventura di Keith Richards
di Massimo Del Papa
Meridiano Zero, Padova, 2010 - 159 pagine; 10 euro

La definizione di leggenda vivente non è abusata per certe rockstar, in specie quelle arrivate alla fama negli anni sessanta. Figure capaci di smuovere il proprio tempo, di deviare la storia del costume, di rendere più bella la vita minuta delle persone. E al contempo sopravvissuti quando è andata loro bene, kamikaze del corpo e della mente, liberi curiosi di talento incaricati di alzare l’asticella per primi, e chi ha voglia di saltare poi salti. Pensate a gente come Lou Reed o Pete Townsend; oppure a uno come Iggy Pop, a quante volte è morto e risorto, saltando su e giù per il palco a petto nudo che sembra un martire. Ma il numero uno in questo campo di eletti è indiscutibilmente Keith Richards. Basterebbe l’elenco delle voci, di quanto crediamo di sapere sul suo conto: che ha attraversato da tossico gli anni settanta, non dormiva per giorni interi di fila, ha sniffato le ceneri di suo padre, si faceva cambiare il sangue. E in mezzo a tutto questo la musica, le orge, gli arresti, l'anello col teschio, la bandana da pirata e il circo dei Rolling Stones. Di materia ce n’è parecchia nella sua vita, però non è scontato che ci sia pure il libro. E invece il libro c'è, tanto da chiedersi: con quale spirito torneremo a leggere un qualunque romanzo popolato da tipi estremi, dopo aver letto life? Il sale di questi tomi sono la sincerità e l'onestà. Assistito da uno scrittore (James Fox) suo amico, Keith non ha paura di mostrarsi piccolo e di rendere giustizia ai grandi. Ha molte storie, moltissimi personaggi da raccontare, e lo fa senza reticenze e con infiniti particolari. La lucida affezione con cui tratta i suoi amici e le sue donne oppure racconta le sue disavventure, la passione che riserva alla chitarra, il discernimento perfino disarmante con cui rievoca quello che noi nebulosamente soltanto immaginiamo rende davvero giustizia al titolo: life, vita (Feltrinelli non traduce i titoli dei libri dei musicisti, forse perché li tratta come canzoni; ma anche As tears go by, quattro anni fa al Meazza, è tornata Con le mie lacrime). Qualche assaggio. Gli anni con Anita Pallenberg, la mamma dei suoi due primi figli (“ricordo ancora l'odore degli aranci, a Valencia. Quando vai a letto con Anita Pallenberg, certe cose le ricordi”). Brian Jones che si compra la Rolls Royce, ma è talmente piccolo che ha bisogno di un cuscino per poterla guidare. Quando Keith si porta il figlio Marlon di sette anni in tour nel ’76 (avete mai visto una foto di Keith in quegli anni? Eppure si sforzava di fare il papà). L'amico del cuore, il sassofonista Bobby Keys, licenziato dai Rolling Stones perché non si presenta a un concerto (stava immerso in una vasca di Dom Perignon in compagnia dall'ultima groupie). John Lennon che prendeva la stessa roba di Keith, ma non la reggeva e “finiva inevitabilmente nel mio cesso ad abbracciare la porcellana”. Il fidanzato della Pallenberg che si ammazza giocando alla roulette russa. L'amico (e spacciatore) Freddie Sessler, uno che a quindici anni aveva visto suo zio e suo nonno torturati e poi uccisi a pistolettate da due nazisti, mentre lui si teneva stretto a sua nonna. Quella volta che Keith è rimasto sveglio NOVE giorni di fila e, confessa, si preoccupava per quelli intorno a lui, cui toccava in mala sorte dormire. Le recensioni si sono concentrare sugli aneddoti che riguardano Mick Jagger, ma per lui bastano queste parole: “Può essere che io e Mick non siamo amici – nel nostro rapporto c'è troppa usura – ma siamo i fratelli più vicini che esistano, ed è un legame che non si può recidere.” E poi: “tra fratelli si litiga. […] Allo stesso tempo, non posso sentire nessun altro dire qualcosa su Mick. Gli taglierei la gola.” Capito?
E' un Natale Stones, questo del 2010 (e ci voleva, dopo tanti Natali Beatles). Oltre a life, Contrasto propone Photobook, una raccolta di foto di Mick Jagger, e Rizzoli pubblica Ronnie, l'autobiografia dell'altro chitarrista Ron Wood (in Italia i due memoir escono contemporaneamente, ma Ronnie in realtà è del 2007). Poi c'è anche Happy, un altro libro su Keith Richards scritto da Maurizio Del Papa, un giornalista del Mucchio Selvaggio. Il libro del fan. Di chi ha sempre guardato a Keith, lo ha visto in concerto, ha letto e sognato di lui e lo ha incrociato ogni tanto, ma di sicuro non lo conosce. Parrebbe un libro un po' sfigato – perché leggerlo, così leggero e sentito dire, quando c'è in giro l'originale? E invece è il perfetto libro complementare, perché descrive con devozione e competenza l'idea di Keith Richards e la sua immagine (chi non vorrebbe essere come lui, si chiede Del Papa? Chi non vorrebbe provare la stessa insofferenza selvaggia di fronte alle convenzioni, trovare il coraggio di non piegarsi, di non farsi dire cosa fare, di fare sempre e comunque di testa sua?). E poi è un libro che, su alcuni indizi, dà voce a una paura universale. A dicembre Keith Richards compie 67 anni. Dell'ennesimo tour degli Stones per il cinquantennale del gruppo, nel 2012, si vocifera appena. L'ultimo album in studio ha ormai cinque anni. Keith invecchia. Keith non è immortale. Negli ultimi anni è stato male e quei baffetti che si è fatto crescere negli ultimi tempi sono riusciti a imbruttirlo, anche dal punto di vista del diavolo. Che cosa succede di noi, se lui muore? (il.p)


The Rolling Stones - Happy live in Paris '76

giovedì 18 novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

Recensione del giorno

Tracce di rossetto
di Greil Marcus
Odoya, Bologna, 2010 - 446 pagine; 22,00 euro


Esistono senz’altro impianti filosofici più solidi, ma vi sfido a trovarne uno suggestivo e sovversivo quanto Tracce di rossetto, infine ristampato vent’anni dopo l’unica edizione italiana. A caccia di sperduti 45 giri e manifesti controversi, Greil Marcus riannoda assieme le esperienze delle avanguardie artistiche meno presentabili del novecento: lungo un filo che muove dai Sex Pistols e dall’esplosione del punk inglese, raggiunge Dada e il Cabaret Voltaire, approda alla Comune di Parigi e risale in gloria fino al Lettrismo e all’Internazionale Situazionista di Guy Debord, il teorico della Società dello Spettacolo. Anni fa circolava pure un cd musicale d’accompagnamento che ve lo raccomando, traboccante oscuro doo-wop e performance vocali d’altri mondi. Una storia segreta del ventesimo secolo, recita il sottotitolo originale. I fiori nella spazzatura, diceva una vecchia canzone. (
Dj Partner)

giovedì 4 novembre 2010

mercoledì 27 ottobre 2010

Recensione del giorno

Sconcerto
di Franco Marcoaldi

Bompiani, Milano, 2010 - 87 pagine; 9,50 euro


Lo spettacolo "Sconcerto" tornerà in scena nella primavera del 2011, a grande richiesta, dopo i bagni di folla di Ravello, Roma e Milano. Nel frattempo possiamo prepararci con il testo di Franco Marcoaldi, costruito per le musiche di Giorgio Battistelli e sulla beffarda interpretazione di Toni Servillo. "Sconcerto" è un’opera a tre, nata da amicizie professionali incrociate. Ed è proprio questo il tema più interessante del piccolo volume in questione: la genesi del progetto intesa come impasto di musica, parole e recitazione, ben descritta sia nell’introduzione dell’autore, sia nella conversazione dei tre in coda al libro. E poi tutti i dubbi e le riflessioni di un tormentato direttore d’orchestra, mentre possiamo solo immaginare il contesto: l’orchestra, la gestualità di Servillo e le reazioni del pubblico. È solo un libretto, lo scheletro letterario di un caso da palcoscenico: manca qualcosa, ma è una buona promozione. (Rizla)

martedì 19 ottobre 2010

Recensione del giorno

La carta e il territorio
di Michel Houellebecq
Bompiani, Milano, 2010 - 360 pagine; 20 euro

L’ultimo lavoro di Michel Houellebecq è una delusione, eppure i precedenti dell’autore erano ottimi e la fiducia nelle nuove pagine era totale.
Houllebecq ha fatto di sé un personaggio del proprio romanzo, solo per il gusto di ucciderlo, solo per il gusto di uccidersi. Perché risulta un delitto gratuito e mal giustificato, a meno che non lo si consideri un suicidio artistico. Dopotutto Michel Houellebecq è solo uno pseudonimo. Forse questo sarà il suo ultimo lavoro letterario, oppure l’ultimo firmato con quell’impronunciabile nome. Questa potrebbe addirittura essere un’interpretazione originale. E l'autore potrebbe finire come il buon Jed Martin, protagonista del libro: rinchiuso in una casa lontano dalla città, protetto da muri alti tre metri con filo spinato elettrificato.
Altrimenti possiamo parlare de La carta e il territorio come di un’elaborazione letteraria del concetto di ritratto. In questo caso saremmo tra quelli che stanno in fila, davanti a casa Bompiani, per avere una copia omaggio e una bella raccolta di rassegna stampa estera.
Preferivo il turismo sessuale e tutte le altre schifezze ben raccontate. (Lev Yashin)

martedì 12 ottobre 2010

Recensione del giorno

Il circolo dei nichilisti
di Marco Apolloni

Giraldi editore, Bologna, 2010 - 285 pagine; 15 euro


Un curioso road trippin’ attraverso i festosi anni universitari. Così suona questo romanzo di formazione, per dichiarata intenzione dell’autore: “holdeniano” e scolpito su un giovanilistico “carpe diem”, fatto di immancabili flirt, magari spacciati per conquiste esistenziali, e baldorie varie. Avventure libertine, turbamenti sessuali e crisi filosofiche: questo è il cocktail servitoci dall’autore. Tra scherzose baruffe, incalzanti battute, giochi di citazioni erudite, chiacchiere e marachelle. Lo spirito del romanzo di Apolloni è post-ideologico, culturalmente eclettico, il tutto condito dal melting-pot dialettale che anima le sedi universitarie nostrane, con il loro misto di siciliano, napoletano, pugliese, veneziano e marchigiano. Perché allora Il circolo dei nichilisti? «Perché i nostri professori pensano che non crediamo in niente». La seconda delle tre parti del romanzo – la prima e la terza sono ambientate ad Urbino – si svolge nella terra di Albione fra paesaggi arcadici, inevitabile pioggerellina e richiami a saghe new-age. Una guida turistica alternativa per il protagonista Gabriele, in bilico tra dilemmi intellettuali e atteggiamenti bohémien. Dietro al decadentismo di facciata si cela tuttavia una reale passione di vita, più epicurea che nichilista a dire il vero. Una scrittura fresca e briosa, per una storia altrettanto godereccia.
(g.e.)

giovedì 23 settembre 2010

Recensione del giorno

Acqua in bocca
di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli

Minimum fax, Roma, 2010 - 120 pagine; 10 euro


L’idea è divertente: i due più celebri autori noir italiani danno vita ad una jam session su carta stampata. Un romanzo (o forse sarebbe meglio definirlo un racconto lungo) a quattro mani che vede i personaggi più celebri nati dalla penna di Lucarelli e Camilleri, il commissario Salvo Montalbano e l’ispettrice Grazia Negro, impegnati nella risoluzione di un caso. Il risultato, però, non è dei migliori: al posto di esaltare le caratteristiche dei due scrittori, questo mix non fa che annacquare i loro linguaggi e la loro fantasia. La trama si perde, è banale, e ogni escamotage per tenere viva l’attenzione del lettore suona falso e forzato. Un’operazione editoriale di grande successo (in classifica per diverse settimane) ma una tradimento per tutti quei lettori che hanno sempre apprezzato gli stili di Lucarelli e Camilleri. Un’occasione sprecata. (adl)

lunedì 20 settembre 2010

Recensione del giorno

Ti ricordi Nanni?
di autori vari

a cura di Claudio Ricordi

Excelsior 1881, Milano, 2010; 242 pagine; 21,50 euro


Ricordate i dischi in vinile con la erre inscritta al centro di un cerchio eccentrico? Quelli erano i dischi Ricordi, la casa discografica fondata da Nanni Ricordi che, all'inizio degli anni sessanta, intercettò e promosse la prima generazione dei cantautori: Gino Paoli, Bindi, Gaber, Tenco, Paolo Conte. Nanni veniva dalla classica e per la musica italiana fece questo e altro. Il libro raccoglie testimonianze e interviste di tante fra le persone che lo hanno conosciuto e con cui ha lavorato. Tranci di vita da una stagione irripetibile e molte tracce del cenacolo culturale che ruotava intorno a casa Ricordi, dove s'incrociava chiunque. Alcune vette: i racconti di Maria Monti e Jannacci, su tutti; ma anche Ivan Cattaneo ospite che si sveglia di notte e sbircia Leonard Bernstein e Barbra Streisand mentre mangiano un panino in cucina, non è niente male. Un bel libro, cui manca solo una puntuale discografia. (
Dj Partner)

mercoledì 8 settembre 2010

Recensione del giorno

Manifesto della destra divina
Difendi, conserva, prega!

di Camillo Langone

Vallecchi, Firenze, 2009; 148 pagine; 12 euro


Qualcosa era già apparso su
Il Foglio, così, i primi ringraziamenti sono per Giuliano Ferrara. Langone completa e corregge una personalissima collezione di rimproveri. Attacchi e critiche sul disfacimento della società: ben distribuiti, a destra e a manca. Lontano dalla politica, fuori dal tempo. Usi, costumi e grandi moralità cantate. Un buon manifesto per il partito dei sani e primordiali principi, per il coro della fede e per i compagni del culatello. Tutti provincialismi e provocazioni di un conservatore, papista ed egocentrico, autarchico e goloso provocatore. È una lettura piacevole, capace di stimolare la fantasia del lettore. Immaginiamo Langone in armatura medievale, Langone che perde l’erezione cercando d’infilarsi un preservativo, Langone in mocassino e tabarro che ristruttura turri in Puglia. Caro Camillo, anch’io uso la bici, anche quando piove, ma, allo stesso tempo ringrazio Ryanair: posso andare a drogarmi a Barcellona, posso dar da mangiare ai piccioni in giro per l’Europa e posso anche andare a puttane in Slovacchia o in Polonia, a seconda dell’offerta più vantaggiosa. E la domenica, mentre tu sei a messa a Fontanellato, io seguo il campionato di calcio alla radio. Questione di fede. Adesso, quanti siete? (Giorgio Summer e Donna Moroder)

lunedì 6 settembre 2010

Recensione del giorno

La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
di Audrey Niffenegger

Mondadori, Milano, 2008 - 500 pagine; 9,50 euro.


Lo so che è un libro del 2003, già pubblicato in due diverse edizioni tascabili e dal quale hanno tratto un film del quale è già edito il DVD. Un film con un altro titolo, che non ho visto e temo sia inguardabile (cose che succedono, quando un progetto passa dalle mani di David Fincher e Gus Van Sant a quelle di un qualunque Robert Schwentke ). Insomma è un libro anziano, ma può darsi che io non sia il solo cui era sfuggito. Il succo è questo: l'amore eterno (è il caso di dirlo) fra una donna consapevole e un uomo affetto da crono-alterazione. Un uomo cui, fuori controllo, capita di scomparire e viaggiare nel tempo. Un uomo che sta parlando con voi nel presente e di botto scompare, per incontrarvi quando avevate dieci anni, o peggio tra dieci anni. Mentre voi state lì, con il cerino in mano, in attesa, nella speranza che dove è finito non gli succeda qualcosa di brutto. Sono viaggi brevi e inaffidabili, dove l'uomo parla e assiste senza interferire sul destino delle vicende umane. L'autrice è una che, di fronte alla pioggia, s'attarda a descrivere ogni singola goccia per colore, forma e sensazione: di regola è un pacco, ma in questo caso aiuta il clima e accompagna il libro vicinissimo alla quotidianità e lontano da quel brutto affare che chiamano fantasy romantico (il terreno di gioco dove hanno voluto incastrarlo; sempre parlando di cinema, lontano da Ritorno al futuro e vicino a Ghost o al Fantasma e la signora Muir). Anche in un regime da salotto, le possibilità offerte dallo spunto sono tante e l'autrice non se ne lascia sfuggire una. E' il vostro libro, se siete appassionati di vite parallele e possibili oltre la meschina vostra. Con un pregio assoluto, vista la materia trattata: NON è un libro new age. In sottofinale inciampa: ma chi non inciampa, in sottofinale?
(il.P.)

mercoledì 1 settembre 2010

Recensione del giorno

Gustav Mahler.
Il mio tempo verrà
a cura di Gastòn Fournier-Facio
Milano, Il Saggiatore, 2010 - 744 pagine; 45 euro.

Nel centocinquantesimo anniversario della nascita di Gustav Mahler il direttore artistico della Scala ha curato questa gigantesca raccolta di scritti, la maggior parte inediti o introvabili, pubblicati nel corso del Novecento da suoi contemporanei, esegeti, detrattori, critici ed interpreti. Si gioca in serie A: a parlare sono Thomas Mann, Stephan Zweig, Leonard Bernstein o Glenn Gould (che ne dice male). “Sono ben conscio che, come compositore, non avrò riconoscimento durante la vita”, scriveva Mahler ai tempi in cui era peraltro il più celebre direttore d’orchestra del mondo. Il libro dà conto di questo riconoscimento, ma anche della fatica e del tempo occorsi per ottenerlo. Sul verso, crepi l’avarizia, la ristampa anastatica di un libretto di fotografie seppiate del 1922. Un’opera definitiva, che non ha eguali nemmeno in tedesco. (Dj Partner)

venerdì 27 agosto 2010

Recensione del giorno

Vorrei star fermo mentre il mondo va
di Simone Marcuzzi

Mondadori, Milano, 2010 - 283 pagine; 17 euro


Tre amici sulla frontiera di Pordenone, l’anno della maturità: Mattia e Valentina stanno assieme per elezione da qualche anno, mentre Rodolfo coltiva le diverse angosce dell’adolescenza riassunte dal titolo baustelliano. L’autore segue e intreccia due tracce: nella prima si dedica alla vita quotidiana di tutti e tre; nella seconda, a ritroso, adotta lo sguardo di un bimbo solitario e svela le radici familiari dei tormenti del protagonista, Rodolfo. Pur funzionale al racconto, questa seconda traccia è la più esposta ai rischi di manierismo. Più intrigante la prima, raccontata nel presente attraverso i minimi eventi capitali che arroventano la vita dei tre ragazzi: Valentina che si confessa al suo diario e ai suoi peluche, Mattia che ha sbirciato sul suo cellulare un sms sospetto, Rodolfo che si è messo con una ragazza più grande e fatica a prenderne le misure. Senza la smania di apparire, lo sfondo lo fanno la città di Pordenone e la sua provincia, raccontate per sogni, clima e realtà con la naturalezza di chi ci abita e non ha bisogno di metterla giù troppo dura. Perché il titolo è un verso dei Baustelle e nel libro si parla a lungo dei Marlene Kuntz, ma io non posso non citare “Prova a star con me un altro inverno a Pordenone”, come cantavano i Tre Allegri Ragazzi Morti. In questi anni la Mondadori ha centrato due bestseller di autori che parlavano di adolescenti: “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano e “Bianca come il latte rossa come il sangue” di Alessandro D’Avenia. Non capisco perché abbia svenduto questo titolo nel mese di luglio e senza nemmeno destinarlo a una collana precisa, con il temuto risultato che a settembre molti librai lo renderanno. Se lo faranno sarà un peccato perché è un buon libro, che racconta i ragazzi con partecipazione, misura laica ed onestà. E con la giusta misura di nostalgie che uno non può negarsi, a leggere o a scrivere la storia di tre diciottenni.
(il. P.)


Prova a star con me un altro inverno a Pordenone
dei Tre allegri ragazzi morti

lunedì 9 agosto 2010

Recensione del giorno

Shinya Tsukamoto
dal cyberpunk al mistero dell'anima
di Andrea Chimento e Paolo Parachini
Edizioni Falsopiano, Alessandria, 2009 - 208 pagine; 13 euro

Le avventure del ragazzo del palo elettrico 1987. Tetsuo: the Iron Man 1989. Tetsuo II: Body Hammer.
Shinia Tsukamoto e il personalissimo. Cinema d'autore, cinema giapponese, cyberpunk e tubi metallici, sesso. Falso Piano Light dei brillanti Chimento e Parachini. Odori di colle tossiche e sensazioni di timore: cicatrici, sodomia, pallottole e altri efficaci strumenti tecnici. I movimenti di camera e di sconforto, gli stop motion e la pixelation più convincente.
La potenza dei legami elettronici dativi che esalta la struttura dell'essere modificato. L'attrazione magnetica tra superfici inorganiche e corpi. Chimica e biologia si confondono in un crescendo di alterazioni psichiche.
E stiamo cadendo nel profondo dello spirito uomo-macchina. L'importanza e l'innocenza della natura sono riprese troppo vicine che provocano nello spettatore il senso di colpa del nuovo millennio. Lo scintoismo dei robot. Stringiamo la mano agli autori.

Il castorino non c'è! (Rufus e Vino)

mercoledì 4 agosto 2010

Recensione del giorno

Sacre sfilate
Alta moda in Vaticano da Pio IX a Benedetto XVI

di Luca Scarlini

Guanda, Milano, 2010 - 192 pagine; 12 euro


Qual è il rapporto tra i papi e la moda? A leggere
Sacre sfilate (Guanda, 12 euro) si apprende che per molti papi, specie gli ultimi due, il look è faccenda molto importante e non un trascurabile dettaglio. La reintroduzione del camauro, un copricapo di velluto rosso con bordature di ermellino, da parte di Benedetto XVI è il segno di un ritorno alla tradizione che non riguarda solo la moda vaticana. Un libretto agile ma succoso di semiologia prêt-à-porter. (asaib)

venerdì 30 luglio 2010

giro di recensioni

Libri da portare sotto l'ombrellone! tornano i consigli di Jacopo Ghilardotti per la lettura estiva:

Le ho mai raccontato del vento del nord - Daniel Glattauer -Feltrinelli
Angolo di riposo -Wallace Stagner -Rizzoli
Indian takeaway- Hardeep Sigh Kohli - Marsilio
Vorrei star fermo mentre il mondo va - Simone Marcuzzi -Mondadori
I 10 giorni che svonvolgeranno il mondo - Alain Minc -Le chiarelettere



Giro di recensioni - Libri sotto l'ombrellone