Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

mercoledì 28 settembre 2011

martedì 27 settembre 2011

martedì 19 luglio 2011

Recensione del giorno

Il perfezionista
di Hervé Le Corre
Edizioni Piemme, Milano, 2011 - 472 pagine; 19,50 euro

Nella Parigi di fine Ottocento, dilaniata dalle lotte dei movimenti operai e in procinto dell’imminente guerra franco-prussiana, è ambientato l’intreccio de “Il Perfezionista”: un killer seriale, che uccide giovani fanciulli biondi seguendo un macabro e oscuro rituale, terrorizza le strade parigine e solo un ispettore di origine basca riuscirà a mettersi sulle sue tracce analizzando i crimini e scoprendone l’occulto significato, in bilico fra pazzia e poesia.
Il libro si definisce un thriller ma in realtà comprende una molteplicità di generi: storico, noir, giallo, psicologico. Le descrizioni della Parigi di fine Ottocento sono così realistiche e dettagliate che sembra di immergersi nel vociare delle sue stradine, di respirare gli odori delle cucine e dei bordelli, di catapultarsi in maniera cruda nelle vite “al limite” degli abitanti della periferia, nei loro sogni e nei loro ideali.

Le citazioni colte e i rimandi letterari – un paio anche ai poeti maledetti – e le dettagliate descrizioni psicologiche dei protagonisti e delle loro emozioni danno al testo sfumature molteplici: è la storia di un efferato assassino in delirio di onnipotenza in una città sconvolta dal caos, ma anche un libro sul Male che trova nel killer il suo antieroe assoluto. Un libro emozionante, adatto a chi ama le ambientazioni storiche e la mescolanza dei generi letterari. (
dafne)

lunedì 27 giugno 2011

Recensione del giorno

Il regno animale
di Francesco Bianconi
Milano, Mondadori, 2011 - 253 pagine; 17,50 euro

Dal romanzo d’esordio del cantante e leader dei Baustelle, annunciato da mesi con lo spudorato titolo Romantico a Milano, ci si aspettava un’autobiografia con tanto di gavetta da Montepulciano al Nord. Il libro esce infine con un altro titolo e una struttura più complessa: tanti io narranti, vite che s’intersecano e lunghe digressioni a piè di pagina, autori che muoiono à la Houellebecq e un continuo alternarsi fra la città e la provincia, fra la pesca alle rane e la contemporaneità. A scanso di domande indiscrete si premette che ogni riferimento a persone e fatti realmente esistenti è intenzionalmente e ironicamente casuale, ma chi frequenta le canzoni del Bianconi e i suoi feticci sarà felice di ritrovare gli stessi personaggi e ambienti. Oltre alla conferma di un talento che però si esprime meglio nella sintesi, o nel frammento. (il.p.)

Invito

giovedì 9 giugno 2011

lunedì 11 aprile 2011

mercoledì 23 marzo 2011

Recensione del giorno

Moonlight mile
di Dennis Lehane
Edizioni Piemme, Milano, 2011 - 333 pagine; 17 euro

Ci eravamo abituati troppo bene. Con Mystic River, Shutter Island e Quello era l’anno, Lehne aveva creato delle storie avvincenti e non banali che, pur appartenendo al genere giallo, sfioravano lo psico dramma e lo storico mescolando in continuazione registri differenti. Con questo ultimo romanzo, l’autore torna ai suoi personaggi degli inizi, Patrick Kenzie ed Angela Gennaro, la coppia di detective protagonisti dei suoi primi lavori.
Moonlight mile si pone come un sequel de La casa buia (libro dal quale Ben Affleck ha tratto il film Gone baby Gone): a distanza di anni Angela e Patrick tornano sulle tracce di Amanda, la bambina rapita nel primo romanzo qui è coinvolta in un traffico di ragazzine dall’est. Sarà per l’idea del sequel che per chi ha letto il libro da cui si parte è già forzata, sarà perché non ne possiamo più di investigatori hacker, sarà perché la scrittura non coinvolge ma, alla fine, questa storia non decolla. E un po’ ti dispiace perché sai che questo autore può fare di più. (pf)


Lehane parla di Moonlight mile

lunedì 14 marzo 2011

martedì 22 febbraio 2011

Recensione del giorno

Il Petalo Cremisi e il bianco
di Michael Faber
Einaudi, Torino, 2003 - 985 pagine; 18 euro

L'inizio del libro scorre lentamente ma Faber a poco a poco riesce a rapire il lettore pagina dopo pagina grazie alle descrizioni dettagliate del periodo vittoriano, talmente precise e ben scritte che il lettore viene catapultato in un' altra epoca e riesce a toccare ogni particolare con mano. La storia di Sugar non è quella della solita prostituta di lusso ma quella di una donna scaltra, intelligente, con delle qualità che vengono palesate sin dall'inizio nelle sue intenzioni di scrivere un romanzo...sogno che per una donna del suo tempo può apparire al quanto irrealizzabile. E così come il lettore rimane affascinato da Sugar inizia pagina dopo pagina ad odiare William Rackam che inizialmente la affranca da un destino di povertà ma poi la abbandona psicologicamente in modo spregevole. Sembra strano che il suo protettore diventi per lei l'uomo che la delude e la porta - da donna forte e tenace come è lei - a prendere una decisione estrema che cambierà il corso della vita di William.
Ma bisogna assaporarlo questo lungo romanzo, lasciare che i protagonisti entrino nella vostra pelle fino a pensare di andare a prendere un té da loro nella Londra vittoriana.
Se all'inizio siete tentati di abbandonarlo alla fine non ve ne potrete più liberare....e Sugar rimarrà un personaggio, un classico al pari quasi di Moll Flanders. La psicologia dei personaggi viene sottilmente descritta e il lettore si emoziona con loro come se fosse lì dietro un tendaggio d'epoca a spiarli....lì, nell'esigua stanzetta di Sugar dove accetta di vivere pur di stare sotto lo stesso tetto di William e dove si affeziona alla figlia di William a cui fa da governante e alla moglie di William di cui forse è la sola a capire la pazzia.
Alla fine vi chiederete dove è andata Sugar, dove sia fuggita.....ma forse è proprio il finale, che lascia il lettore con un punto interrogativo, che fa sì che ognuno si crei la propria versione dei fatti che seguono il petalo cremisi, il lettore diventa scrittore e la magia si compie.....direi da non perdere. (paolo silvia)

lunedì 21 febbraio 2011

Recensione del giorno

Appunti di un venditore di donne
di Giorgio Faletti
Baldini e Castoldi Editore, Milano, 2010 - 397 pagine; 20 euro

Pro e contro.
Pro: per tutti quelli che amano Milano, qui la città è protagonista. Ed è quella Milano anni '70 con i taxi gialli, la nebbia che non ti fa vedere a un palmo dal naso, le bische clandestine, le pasticcerie con le brioches vere, il mitico Derby Club con quell'umanità varia di artisti e perdigiorno che lo animavano. La Madonnina che domina la città e i palazzoni di periferia che fanno a gara per superarla. Pro: i personaggi sono ben costruiti, Daytona è commovente nella sua piccolezza e Bravo è l'insieme di tante figure che hanno animato la nostra storia comune.
Contro: forse non è colpa dell'autore ma tutto l'impianto puzza un po' di scopiazzatura e di tentativo (perfettamente riuscito) di cavalcare l'onda.
Nell'anno di Romanzo Criminale e Vallanzasca è facile giocare con personaggi dal il grilletto facile e il cuore spezzato che si muovono tra bische e belle donne.
Forse si sarebbe potuto fare uno sforzo in più per un titolo più originale e meno larsoniano. (adl)

lunedì 17 gennaio 2011

venerdì 14 gennaio 2011

Recensione del giorno

Il palco d'oro
di Daniel Snowman

Elliot, Roma, 2010 - 505 pagine; 35 euro


Un editore abituato ai gialli di formazione e al fantasy romantico entra a gamba tesa nella divulgazione musicale con questo tomone sulla storia del Teatro d'Opera. Che inagura con la nascita del genere in Italia, nel Cinquecento, ma presto attraversa le Alpi e supera la Manica, s'impianta a Vienna o a Bayreuth e, nell'Ottocento, infiamma gli Stati Uniti. Fino ai giorni nostri, e alla sfida che ogni sera riserva il proporre in modo contemporaneo le vecchie opere. Toscanini che dirige Wagner a Buenos Aires e Caruso che canta all'Havana, Verdi in Egitto e Mozart nel Far West: a ben guardare, il Teatro d'Opera è il primo esempio di globalizzazione che il mondo abbia conosciuto. Noi siamo sempre dappertutto, ma origine dell'autore e fonti pesano sulla bilancia del libro a favore del mondo anglosassone.