La carta e il territorio
di Michel Houellebecq
Bompiani, Milano, 2010 - 360 pagine; 20 euro
L’ultimo lavoro di Michel Houellebecq è una delusione, eppure i precedenti dell’autore erano ottimi e la fiducia nelle nuove pagine era totale.
Houllebecq ha fatto di sé un personaggio del proprio romanzo, solo per il gusto di ucciderlo, solo per il gusto di uccidersi. Perché risulta un delitto gratuito e mal giustificato, a meno che non lo si consideri un suicidio artistico. Dopotutto Michel Houellebecq è solo uno pseudonimo. Forse questo sarà il suo ultimo lavoro letterario, oppure l’ultimo firmato con quell’impronunciabile nome. Questa potrebbe addirittura essere un’interpretazione originale. E l'autore potrebbe finire come il buon Jed Martin, protagonista del libro: rinchiuso in una casa lontano dalla città, protetto da muri alti tre metri con filo spinato elettrificato.
Altrimenti possiamo parlare de La carta e il territorio come di un’elaborazione letteraria del concetto di ritratto. In questo caso saremmo tra quelli che stanno in fila, davanti a casa Bompiani, per avere una copia omaggio e una bella raccolta di rassegna stampa estera.
Preferivo il turismo sessuale e tutte le altre schifezze ben raccontate. (Lev Yashin)
martedì 19 ottobre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento