Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

martedì 30 marzo 2010

Recensione del giorno

Giardini e no.
Manuale di resistenza botanica
di Umberto Pasti
Bompiani, Milano, 2010 - 160 pagine; 15 euro

Leggere per coltivare in modo consapevole: un libro come manifesto, di resistenza botanica. Un saggio per riscoprire l'arte del giardinaggio, ovvero l'arte della coltivazione; un manuale per condannare il giardino globalizzato. Analizzando le molteplice degenerazioni del concetto di verde nella nostra società, Umberto Pasti denuncia la corrotta cultura del giardino contemporaneo e filosofeggia intorno all'incapacità dell'uomo di costruire un rapporto con il mondo vegetale. Perchè l'uomo ha perso la propria identità nel contesto naturale e soprattutto perchè il rispetto per le selezioni della Madre Terra e per le specificità dei luoghi sono alla base della biodiversità, ora tanto invocata e più che mai brutalizzata.
Insomma, una valle degli orrori mascherata da giardino dell'Eden, parco delle meraviglie. Pasti racconta il dramma della palma da cocco (piantata ovunque nei rondò e sui lungomari) ma riesce a trovare l'ultima poesia per le aiuole delle aree di sosta lungo l'autostrada: selvagge, imprevedibili, concimate dall'inquinamento e figlie del degrado, ma, allo stesso tempo, espressioni romantiche della natura e della sua potenza violentata.

venerdì 26 marzo 2010

Recensione del giorno

DVD Peer Gynt di Heinz Spoerli, musiche di Edvard Grieg
LIBRO
Peer Gynt di Henrik Ibsen
Classica, Milano, 2010 - 130 pagine; 29,90 euro.

Arriva nei negozi di dischi e in libreria il settimo volume della collana Music&Book Gallery, eccezionale rarità nell'universo dell'editoria musicale.
Il nuovo titolo presenta in dvd il balletto Peer Gynt di Heinz Spoerli, con le coreografie del grande maestro svizzero e le musiche originali di Edvard Grieg, Brett Dean, Mark-Anthony Turnage. Assoluti protagonisti sono i componenti del Corpo di Ballo dell’Opera di Zurigo. I contenuti speciali completano il materiale video: il backstage dello spettacolo, la consueta presentazione di Philippe Daverio e il commento all'opera di Francesca Pedroni.
La lettura d'accompagnamento è il Peer Gynt di Henrik Ibsen.

giovedì 25 marzo 2010

Recensione del giorno

Sangue del suo sangue
di Roberta Borsani
Alacrán Edizioni, Milano, 2010 - 187 pagine; 14 euro

“Sangue del suo Sangue” si rivela un giallo accattivante in cui la sensibilità medianica e decisamente al femminile rappresenta la chiave di volta in un caso irrisolvibile ai soliti metodi investigativi.
Tutta una serie di intuizioni, sogni, visioni e suggerimenti tratti dall’agiografia, porteranno la protagonista e l’affascinato lettore ad immergersi in una corsa contro il tempo che li condurrà alla soluzione dell’intricato caso.
L’autrice si dimostra evidentemente attratta dall’esoterismo e dai forti legami che si instaurano tra persone con una sensibilità “superiore” e ne fa la particolare caratteristica di questo suo primo brillante romanzo.
Inoltre riesce, nonostante l’incalzare della vicenda, a rendere sempre più luminoso e positivo lo stile narrativo, a dispetto del clima estremamente tetro in cui il racconto era iniziato, ed è quasi come se, già prima di sapere se il caso volgerà in positivo o meno, il lettore riuscisse pian piano a tirar fuori la piccola vittima dall’orribile nascondiglio in cui è segregata…(sonia)

lunedì 22 marzo 2010

Giro di recensioni

Jacopo Ghilardotti presenta il suo primo Giro di recensioni. In questa puntata si parla di Cultural Studies.
I titoli recensiti sono: Leggere il tempo nello spazio di Karl Schlogel (Mondadori), L'invenzione dei giovani di John Savage (Feltrinelli), Tangenziali di Biondillo e Monina (Guanda), Manifesto della destra divina. Difendi, conserva, prega di Langone (Vallecchi), La piccola cineteca degli orrori di Gomarasca e Pulici (BUR)



cultural studies

venerdì 19 marzo 2010

Recensione del giorno

Mondo meraviglioso
di Javier Calvo
Fanucci, Roma, 2010 - 592 pagine; 19 euro

Un cartonnier Luigi XV. Vale a dire una scrivania del Settecento con cassetti segreti. Lucas Giraut ne possiede uno, pieno di carte misteriose, ereditato da papà. Oltre al cartonnier, il rimpianto Lorenzo Giraut ha lasciato al figlio anche una redditizia attività commerciale. Antiquari in Barcellona. Ma padre e figlio non si sono mai conosciuti, figlio e madre non vanno d’accordo (soldi) e ci sono ombre anche sul matrimonio dei genitori. Lei descritta come una vipera già a pagina 50, lui un trafficone da pagina 70.
Lucas Giraut s’impegna nel riordinare le carte del padre, riorganizzare gli affari legali e affidare quelli più loschi al signor Bocanegra, vecchio amico di papà nonché braccio criminale della Lorenzo Giraut srl.
E c’è Valentina Parini, una minorenne disturbata, nonché lettrice appassionata di Stephen King. E dietro il nome del grande romanziere, si parla di un suo inedito libro, un Mondo meraviglioso.
Javier Calvo è traduttore di David Foster Wallace e Chuck Palahniuk, oltre che scrittore. Collabora come critico letterario per il quotidiano spagnolo El País.

giovedì 18 marzo 2010

Recensione del giorno

Molto dopo mezzanotte
di Ray Bradbury
Mondadori, Milano, 1977 - 139 pagine; 700 lire

È il numero 732 di Urania, il quattordicinale della Mondadori. Undici racconti di Ray Bradbury, quello del Fahrenheit 451. Fantascienza, amore, horror e fantasy. Disegno in copertina dell’olandese Karel Thole.
Ogni dieci facciatine, impaginate su due ordinate piccole colonne, si passa dalla storia di un attore che si crede il vero Hitler all’uxoricido di Halloween, passando attraverso il tempo della Prima Invasione industriale di Marte fino ai giorni miracolosi di Jamie Winters. Ogni tanto un disegno e qualche mezza pagina dedicata ai libri di Edgar Wallace, quello che scrisse il soggetto del film King Kong datato 1933. A pagina 122 il Varietà di Bollen e Peterman, a pagina 126 un saggio di Isaac Asimov intitolato “Le tre leggi della futurica”. Le vignette di Luca Novelli e Schiaffino chiudono il volume.
Réclames. La seconda di copertina: “il segreto della buona compagnia? Non possiamo dirvelo. È SEGRETISSIMO. La terza, sempre di copertina: “spesso è nero, a volte è rosa, comunque è sempre GIALLO”. Ancora tutti collezionabili.

martedì 16 marzo 2010

Recensione del giorno

La principessa di ghiaccio
di Camilla Läckberg
Marsilio, Venezia, 2010 - 464 pagine; 18,50 euro

Presentata come un mix tra la nuova Agatha Christie del Nord e la Stieg Larsson in gonnella, Camilla Läckberg dà vita ad una storia raccontata a scatole cinesi dove tutti i tasselli si incastrano alla perfezione.
Fjällbacka, un tranquillo paesino della costa svedese fa da sfondo alle vicende che si snodano a poco a poco mettendo in evidenza un forte contrasto tra l’apparente normalità e le brutture che si nascondono sotto la neve. La protagonista è Erica, una giovane scrittrice che, dopo la morte improvvisa dei genitori, torna al suo paese natale per trovare un po’ di pace. Ma gli eventi prendono il sopravvento e il ritrovamento del cadavere di Alex, sua amica d’infanzia, scatena la obbliga a intraprendere un viaggio nel passato alla ricerca di una verità sulla quale costruire il futuro. E quando il ricordo non può aiutarla, entrano in scena gli altri personaggi della storia;dal poliziotto Patrik Hedström alla ruvida Vera, all’infelice Anders fino alla perfida Nelly…insomma tutte quelle figure che coabitano in una piccola società. Niente è come sembra. (p.f.)

giovedì 4 marzo 2010

Recensione del giorno

L'isola della paura
di Dennis Lehane
Piemme, Roma, 2006 - 384 pagine; 5,90 euro

Il fatto che Scorsese abbia deciso di farne un film dovrebbe bastare a farci capire che vale la pena di leggerlo. Un thriller psicologico, una scatola cinese piena di colpi di scena, insomma, davvero una buona lettura. Siamo a Boston nel 1954. La Seconda Guerra Mondiale e finita da un po’ ma le ferite sono fresche; la televisione sta diventando una presenza quotidiana e la Russia è il grande nemico. I questo clima, l'agente federale Teddy Daniels viene inviato nell’ospedale psichiatrico sull'isola di Shutter per indagare sulla scomparsa di una paziente. Con lui un nuovo collega dalla battuta pronta ma con le mani troppo lisce e curate per essere uno sbirro. Il passato e il presente, la realtà e il sogno, la pazzia e la lucidità si alternano nella narrazione facendoci perdere completamente la percezione del reale e impedendoci di abbandonare la lettura.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra!(p.f.)


Trailer di Shutter Island di Scorsese

mercoledì 3 marzo 2010

Recensione del giorno

Aria
di Sonya Hartnett

Fazi editore, Roma, 2010 - 163 pagine; 17,50 euro


Plum è un’adolescente complessata nell’Australia anni’70. Si sente troppo grassa, troppo sgraziata, troppo poco leader. Le sue compagne dei classe sono delle iene che non le lasciano passare niente punzecchiandola in continuazione e prendendola poco sul serio. Alle spalle una famiglia quasi normale che la coccola e la accudisce come se fosse ancora una bimba…e Plum soffre anche per questo: vorrebbe essere grande, vorrebbe avere un televisore tutto per sè e i buchi alle orecchie!In questa situazione carica di una tensione latente, Plum incontra Maureen, la vicina di casa trentaseienne con bimbo piccolo e con marito spesso assente. E’bella, molto bella e sembra capire tutto quello di cui Plum ha bisogno. A poco a poco tra le due sembra nascere una vera amicizia. Maureen le dà consigli su come vestirsi e come dimagrire, la convince a farsi chiamare Aria, un nuovo soprannome che dovrebbe essere la testimonianza della sua nuova personalità. Ma è tutto un equilibrio precario. E quando Plum scopre cosa si nasconde dietro e quanto può essere amara la vendetta, la situazione precipita fino al tristissimo epilogo.
(p.f.)

Riviste

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lunedì 1 marzo 2010

Recensione del giorno

Il sangue è randagio
di James Ellroy

Mondadori, Milano, 2010 - 859 pagine; 24 euro


Dopo otto anni di attesa interrotti soltanto da antologie di racconti scritte ad occhi chiusi, prima di Natale nel mondo e a gennaio in Italia è uscito finalmente Il sangue è randagio, l’ultimo romanzo di James Ellroy. Il terzo capitolo della trilogia “USA Underground” sulla storia sotterranea degli Stati Uniti, cominciata nel 1995 con American Tabloid e proseguita poi con Sei pezzi da mille. A 61 anni James Ellroy è un divo, uno dei pochi della letteratura contemporanea. Coltiva la sua fama rilasciando ciniche interviste, dove civetta con la sua immagine di razzista e di duro. Si concede ai lettori in incontri pubblici che sono dei veri happening, non si tira indietro rispetto a qualsiasi forma di promozione, ha fatto un’inquietante apparizione in tivù al programma di Fabio Fazio. Sei pezzi da mille aveva messo in crisi anche i suoi lettori più fedeli. Periodi secchi, mai una frase subordinata, una scrittura incalzante dove i dialoghi fra i personaggi e le trascrizioni delle telefonate intercettate suonano come oasi di pace e di comprensione. Con gli anni il linguaggio di Ellroy si è sempre più rarefatto, ma lui stesso ha ammesso di avere esagerato con Sei pezzi da mille e per Il sangue è randagio è tornato a una scrittura più rotonda, dove appare qualche complemento oggetto e dove ogni aggettivo è comunque necessario e descrittivo, mai umorale. Lo schema di base dei romanzi della trilogia è sempre lo stesso: Ellroy sceglie tre personaggi maschili e li segue mentre tramano e interagiscono con una massa distinta di figuranti e criminali di ogni livello, sullo sfondo dei peggiori complotti d’America e con la credibile partecipazione di alcuni esimi protagonisti della storia reale: dai cattivi patentati come i capi mafia e Howard Hughes ai fratelli Kennedy o Richard Nixon. American Tabloid comincia nel 1958 e si chiude a Dallas, il 22 novembre 1963; Sei pezzi da mille arriva fino al 1968 e agli assassinii di Martin Luther King e Robert Kennedy. Il sangue è randagio copre i primi quattro anni della presidenza Nixon e si chiude alle porte del Watergate, con un altro morto eccellente meno popolare in Italia, ma che l’autore presenta da sempre come il vero deus ex machina del dopoguerra nel suo paese: il capo dell’FBI Edgar J. Hoover. La trilogia “Usa Underground” segue cronologicamente la tetralogia di Los Angeles, quattro romanzi per quindici anni di vita criminosa nella città. Sette libri in tutto da leggere in fila per declinare il tema definitivo di Ellroy: l’epica dell’America nel ventesimo secolo, una storia di cattivi uomini bianchi, raccontata per le gesta dei loro servi e di quanti hanno avuto in sorte il lavoro sporco. Il titolo più famoso è forse il primo, La Dalia nera, la storia dell’insoluto e brutale assassinio dell’attricetta Elizabeth Short che nel 1946 sconvolse Los Angeles (pochi anni fa ne è stato tratto un film, un’occasione perduta diretta da Brian De Palma). Ne Il sangue è randagio Ellroy eleva per la prima volta al ruolo di coprotagonisti due neri e soprattutto due donne, come non succedeva dai tempi della Dalia e di Los Angeles, strettamente riservato, che un’altra servitù cinematografica negli ultimi anni ha reintitolato L.A. Confidential. Le parti esotiche di Sei pezzi da mille riguardavano il Vietnam, quelle di American Tabloid Cuba (i preparativi per l’invasione e lo sbarco fallito alla Baia dei Porci restano fra le pagine migliori di Ellroy): con macabra preveggenza, le parti esotiche de Il sangue è randagio si svolgono ad Haiti, in un delirio di riti voodoo. Isolate alcune differenze come la sottotraccia romantica de La dalia nera, il linguaggio sperimentale di White Jazz o la folgorante intuizione di mescolare personaggi reali e fittizi in American Tabloid, tutti e sette i libri di Ellroy non presentano cedimenti di tensione, di preparazione e di qualità. Il sangue è randagio si allontana in parte dalla storia con la esse maiuscola e rimette in piedi una sorta di indagine poliziesca, ma a costo di rivelare spoilers confesserò quali sono le pagine che lo imprimono davvero nella memoria: i malinconici addii alla vita di Dwight Holly, Wayne Tedrow jr. e Marshall Bowen, tre superuomini di James Ellroy. Come se, alla fine del più delittuoso e intrigato decennio della storia d’America, non ne potessero più di tramare o uccidere e cercassero solo la pace, una compagna, una vita (almeno in parte) tranquilla. Dopo circa novecento pagine subentra una nuova tristezza: sembra che Ellroy, al momento, non voglia proseguire la sua fatica. Il seguito temporale del libro porterebbe naturalmente allo scandalo Watergate, ma l’autore sostiene che è già stato raccontato troppe volte (anche in diretta), e che troppi protagonisti sono ancora vivi per poterli esporre al trattamento dovuto. Dice di avere in mente un’altra tetralogia, ma scaramanticamente non ha spiegato di che si tratta. In compenso già questa primavera uscirà per Bompiani The Hilliker’s Curse, il seguito de I miei luoghi oscuri, un nuovo memoir. I cultori già sanno di che cosa parla I miei luoghi oscuri. Nel 1958 Geneva Hilliker, la madre dello scrittore, venne uccisa da un presunto e sconosciuto corteggiatore: negli anni ottanta Ellroy riaprì il caso per se stesso e, con l’aiuto di un poliziotto in pensione, cercò invano di scoprire chi fosse l’assassino. Per strada scoprì finalmente chi fosse sua madre. The Hilliker’s Curse non è ben chiaro di che cosa parli, ma credo che parli di donne. Ellroy racconta che lo lasciano tutte. Non vedo l’ora. Nel libro La città di quarzo l’urbanista Mike Davis scrive che i romanzi noir “ridisegnarono l’immagine di Los Angeles come inferno urbano senza radici”, ma che il genere “si trasforma in delirante parodia nella scrittura eccessiva di James Ellroy.” La tetralogia sarebbe, secondo i diversi punti di vista, “il punto più alto raggiunto dal genere o la sua reductio ad absurdum”. Buona la prima. (il.p.)



Ellroy a Che tempo che fa