Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

giovedì 3 giugno 2010

Recensione del giorno

Daniel Barenboim Fryderyk Chopin
A cura di Carlo Boccadoro e Luca Ciammarughi
Classica, Milano, 2010 - 64 pagine con cd; 19,90 euro.

La registrazione del concerto celebrativo alla Filarmonica di Varsavia di due mesi fa, è l'oggetto musicale prezioso del libro Daniel Barenboim/Fryderyk Chopin. Il volume, della collana Music&Book Gallery si apre con una dettagliata intervista di Carlo Boccadoro: Barenboim ripercorre il suo lungo ma non continuativo rapporto col pianoforte di Chopin («l'ho suonato molto fino agli anni '70, poi ho smesso; ho ricominciato solo qualche anno fa con grandissima passione»), istigato fin da bambino dall'amicizia speciale con Artur Rubinstein, «musicista anti-isterico; questo è un lato della sua personalità artistica che mi è sempre piaciuto». Segue una sezione documentaria in cui i contemporanei (Delacroix, George Sand, Liszt e Schumann) raccontano lo Chopin che conobbero, e scrittori e interpreti storici evocano la figura di artista ancora da svelare: un autore «tanto meno conosciuto, quanto più i suoi esecutori si sforzano di farlo conoscere», diceva Gide. La conclusiva guida all'ascolto di Luca Ciammarughi riporta alla sostanza unica del mondo di Chopin; quelle delle note che, come dice Barenboim, «pretendono che l'esecutore raggiunga una completa unità col pianoforte». (Angelo Foletto, © La Repubblica).

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