Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

giovedì 29 aprile 2010

Recensione del giorno

Singapore Songlines
Ritratto di una metropoli Potemkin...o trent'anni di tabula rasa
di Rem Koolhaas
Quodlibet, Macerata, 2010 - 128 pagine; 18 euro

I manifesti creativi sulla città moderna nascono e trovano applicazione in America e in Europa nei primi ottant’anni del ‘900, al tempo dei balzi doppi dell’espansione urbana e demografica. Negli ultimi trent’anni le concettualizzazioni e le costruzioni delle città fioriscono in zone altre. In Oriente, accompagnando lo sviluppo economico, la novità legata alla modernizzazione del contesto urbano esplode, mentre, in Occidente, la stessa novità si esaurisce e diventa uno sterile studio per specialisti.
Oltrepassando i confini della costruzione e indagando le possibilità dell’architettura come attività intellettuale, Rem Koolhaas racconta il singolare sviluppo urbano della città di Singapore. Un’isola, una città, ex colonia dell’Impero britannico, divenuta autonoma nel 1959. A partire dagli anni ’60 fu completamente distrutta, denaturata e poi ricostruita sotto il regime di Lee Kuan Yew, in nome della sopravvivenza di Singapore come isola-nazione indipendente. Singapore è “occidentale”, ma allo stesso tempo resta una città asiatica, perché il carattere di occidentalità è puro, svincolato dalle sue stesse radici culturali e politiche. L’isola intera diventa terreno fertile per uno sviluppo caoticamente voluto, configurando Singapore come il più vivace laboratorio di sperimentazioni urbanistiche del globo. Un ottimo quaderno Quodlibet.

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