Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

giovedì 25 febbraio 2010

Recensione del giorno

Copio, dunque sono
La rivoluzione elettronica che ha cambiato la musica
di Ernesto Assante
Coniglio editore, Roma, 2009 - 144 pagine; 12 euro

La rivoluzione digitale ha rivoltato come un guanto il mercato discografico; nessun altro ambito è stato modificato così profondamente da Internet ed elettronica. Vinili, mangiadischi, impianti hi-fi, nastri magnetici, walkman, oggetti feticcio amati da intere ge­nerazioni sono stati progressivamente messi all’angolo dall’avvento del digitale. Copio, dunque sono traccia un’antropologia del consumo musicale dai primi fonografi ai giorni nostri, raccontando di come la musica sia stata sottratta alla strada per essere inscatolata nelle nostre case, e poi alla strada sia tornata, fluendo su agili supporti portatili. C’è la nascita dei CD, della digitalizzazione che ha spodestato il concetto di “copia originale”, di Internet, dei file mp3; c’è la rivoluzione elettronica che ha cambiato per sempre il nostro modo di acquistare, di consumare, di percepire, di conservare, ma anche di fare musica. E una richiesta di sopravvivenza, nelle piccole riserve indiane dei negozi di dischi, in nome del caro vecchio analogico.

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