Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

martedì 19 gennaio 2010

Recensione del giorno

Set in Venice Il cinema a Venezia.
Scatti protagonisti racconti

a cura di Ludovica Damiani

Electa, Milano, 2009 - 286 pagine; 60 euro


Milano films. 1896-2009.
La città raccontata dal cinema

di Marco Palazzini e Mauro Raimondi

Fratelli Frilli Editori, Genova, 2009 - 255 pagine; 15,50 euro


Due libri complici, nonostante i diversi progetti editoriali e le opposte risorse impiegate.
Set in Venice è un libro da tavolo, come li chiamano, sui tanti film girati a Venezia, suddivisi per categorie competenti: Commedia, Sentimento, Dramma, Azione e Suspence, Avventura classica e Casanova, Erotismo, Animazione e – brillante – Venezia ricostruita. L’idea è che non esistano città al mondo altrettanto in grado, come Venezia, di imporsi da protagoniste nei film cui fanno da set. La curatrice ha raccolto numerose testimonianze inedite, soprattutto di scenografi e tecnici, per raccontare i possibili approcci al tema della città, ma la parte del leone la fa l’apparato iconografico, davvero strabiliante e arricchito da numerose foto di scena. Anche grazie a molte produzioni internazionali (due James Bond e un Indiana Jones, per gradire), il catalogo dei film girati o ambientati a Venezia supera i cinquecento titoli. Il libro ne privilegia un’ottantina: oltre ai più probabili (Senso, La chiave, Anonimo veneziano, Morte a Venezia - Federico Fellini entra nella categoria “Casanova” e non in quella “Venezia ricostruita”, dove fa invece la sua figura Cappello a cilindro con Fred Astaire) non mancano opere meno conosciute, come Venezia, la luna e tu, con Marisa Allasio e Sordi che fa il gondoliere, e l’introvabile Il terrorista di De Bosio, con due giovanissimi Gianmaria Volontè e Philippe Leroy. Anche se il migliore di tutti, per me, resta A Venezia... un dicembre rosso shocking di Nicholas Roeg e con Julie Christie. Sperando sia il primo di una serie, un libro imperdibile. Ben altra redazione sovraintende invece a Milano Films, studio curiosamente pubblicato da un editore di Genova specializzato in libri di tema ligure. Stabilito che la storia di Milano riassume o anticipa sempre la storia d’Italia, dalla resistenza agli anni di piombo e dal boom economico agli anni di Craxi, gli autori dimostrano come i film ambientati a Milano seguano in parallelo suddetta storia, ed aiutino a documentarla. Il racconto procede per ordine cronologico e capitoli che s’intitolano “Immagini di una Milano conflittuale” (gli anni settanta) oppure “La città del disimpegno” (anni ottanta), soffermandosi quando occorre su generi particolari (il poliziottesco, le commedie di Renato Pozzetto) o su autori più milanesi di altri (Antonioni, Olmi, Nichetti, Salvatores). Fotografie pochissime e in bianco e nero, stavolta, ma in compenso tanta passione per la materia e un’utile, a tratti perfino pedissequa, registrazione dei luoghi della città impiegati nei vari set. Un libro meno glam, ma altrettanto imperdibile, che ti attacca la voglia di svaligiare un negozio di dvd per poi scoprire che molti titoli citati, al momento, sono di fatto invisibili. In ordine sparso: La rimpatriata di Damiano Damiani, con Walter Chiari che fa il gestore di un cinema, Una storia milanese di Eriprando Visconti, Milano ’83 di Ermanno Olmi e il documentario Gli anni della rabbia di Ranuccio Sodi, sulla Banda Bellini e i servizi d’ordine degli anni settanta. Ma sappiamo già tutti che il migliore è Milano Calibro Nove. (il.p.)


Ratataplan, Maurizio Nichetti (1979)

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