L'odore dell'India
di Pier Paolo Pasolini
Garzanti, Milano, 2009 - 133 pagine; 9,50 euro.
L’odore dell’India è una raccolta di articoli scritti nel 1960 in forma di diario da Pasolini in occasione del suo primo viaggio in India e pubblicati su “Il Giorno”. Ma è anche (o forse soprattutto) un diario di viaggio di tra amici, Pasolini, Moravia e la Morante alla scoperta di un paese mitico e, all’epoca ancora poco conosciuto.
Il punto di vista è quello di una persona sensibile che guarda con stupore e curiosità tutto quello che gli sta attorno: i bimbi col trucco, i colori forti dei sari, gli uomini magri con qualche strofinaccio arrotolato addosso, i gesti veloci di Madre Teresa. Non ha paura, è affascinato dalla gran disponibilità degli indiani e ha una gran voglia di uscire e mescolarsi alla vita polverosa dei bassifondi. Le descrizioni delle sue passeggiate notturne sono forti a tal punto che ti sembra di sentire quell’odore putrido di carcassa e rose che sta descrivendo. Quello che vede è l’India di Nehru ancora in balia tra l’affermazione di una borghesia che ha studiato a Cambridge e i 400 milioni di anime che vivono per le strade. Un incontro forte, che porta Pasolini a formulare curiose riflessioni (come quella di ricondurre alla religione Indù il movimento ondulatorio della testa tipico degli indiani per dire “SI”) e a sollevare problemi di coscienza (come la consapevolezza della propria impotenza.)
Consigliato a tutti quelli che soffrono di mal d’India. (adl)
giovedì 21 gennaio 2010
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