Che fine ha fatto il futuro?
dai nonluoghi al nontempo
di Marc Augé
Eléuthera, Milano, 2009 - 110 pagine; 12 euro
Il nostro passato è cancellato: quello storico è in continua ridefinizione, mentre la memoria dei protagonisti muore con essi, senza esperienze universalmente condivise ed assimilate. Non ci sono più certezze alle nostre spalle. E davanti a noi? Abbiamo abbandonato le rincorse ideali e non riusciamo più neanche ad immaginare un’utopia. Dunque il passato tende ad un’infinita mutazione che lo priva di significati, mentre il futuro non riusciamo nemmeno più a sognarlo. È evidente che siamo impantanati nel presente, in una condizione di perpetua immobilità. Dunque Augè definisce l’ideologia del presente per tornare sempre al problema di fondo di questo mondo: la dannatissima società dei consumi.
E poi c’è l’ossessione di fermare il tempo che scorre: di congelare il presente e noi con esso. Ignoranti, morti e scollegati, ma ben fermi, abbronzati e frizzati. Brr. Augè è un antropologo, un nichilista, ma soprattutto il più lucido pessimista del momento. Numero uno.
venerdì 11 dicembre 2009
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