Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

giovedì 23 settembre 2010

Recensione del giorno

Acqua in bocca
di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli

Minimum fax, Roma, 2010 - 120 pagine; 10 euro


L’idea è divertente: i due più celebri autori noir italiani danno vita ad una jam session su carta stampata. Un romanzo (o forse sarebbe meglio definirlo un racconto lungo) a quattro mani che vede i personaggi più celebri nati dalla penna di Lucarelli e Camilleri, il commissario Salvo Montalbano e l’ispettrice Grazia Negro, impegnati nella risoluzione di un caso. Il risultato, però, non è dei migliori: al posto di esaltare le caratteristiche dei due scrittori, questo mix non fa che annacquare i loro linguaggi e la loro fantasia. La trama si perde, è banale, e ogni escamotage per tenere viva l’attenzione del lettore suona falso e forzato. Un’operazione editoriale di grande successo (in classifica per diverse settimane) ma una tradimento per tutti quei lettori che hanno sempre apprezzato gli stili di Lucarelli e Camilleri. Un’occasione sprecata. (adl)

lunedì 20 settembre 2010

Recensione del giorno

Ti ricordi Nanni?
di autori vari

a cura di Claudio Ricordi

Excelsior 1881, Milano, 2010; 242 pagine; 21,50 euro


Ricordate i dischi in vinile con la erre inscritta al centro di un cerchio eccentrico? Quelli erano i dischi Ricordi, la casa discografica fondata da Nanni Ricordi che, all'inizio degli anni sessanta, intercettò e promosse la prima generazione dei cantautori: Gino Paoli, Bindi, Gaber, Tenco, Paolo Conte. Nanni veniva dalla classica e per la musica italiana fece questo e altro. Il libro raccoglie testimonianze e interviste di tante fra le persone che lo hanno conosciuto e con cui ha lavorato. Tranci di vita da una stagione irripetibile e molte tracce del cenacolo culturale che ruotava intorno a casa Ricordi, dove s'incrociava chiunque. Alcune vette: i racconti di Maria Monti e Jannacci, su tutti; ma anche Ivan Cattaneo ospite che si sveglia di notte e sbircia Leonard Bernstein e Barbra Streisand mentre mangiano un panino in cucina, non è niente male. Un bel libro, cui manca solo una puntuale discografia. (
Dj Partner)

mercoledì 8 settembre 2010

Recensione del giorno

Manifesto della destra divina
Difendi, conserva, prega!

di Camillo Langone

Vallecchi, Firenze, 2009; 148 pagine; 12 euro


Qualcosa era già apparso su
Il Foglio, così, i primi ringraziamenti sono per Giuliano Ferrara. Langone completa e corregge una personalissima collezione di rimproveri. Attacchi e critiche sul disfacimento della società: ben distribuiti, a destra e a manca. Lontano dalla politica, fuori dal tempo. Usi, costumi e grandi moralità cantate. Un buon manifesto per il partito dei sani e primordiali principi, per il coro della fede e per i compagni del culatello. Tutti provincialismi e provocazioni di un conservatore, papista ed egocentrico, autarchico e goloso provocatore. È una lettura piacevole, capace di stimolare la fantasia del lettore. Immaginiamo Langone in armatura medievale, Langone che perde l’erezione cercando d’infilarsi un preservativo, Langone in mocassino e tabarro che ristruttura turri in Puglia. Caro Camillo, anch’io uso la bici, anche quando piove, ma, allo stesso tempo ringrazio Ryanair: posso andare a drogarmi a Barcellona, posso dar da mangiare ai piccioni in giro per l’Europa e posso anche andare a puttane in Slovacchia o in Polonia, a seconda dell’offerta più vantaggiosa. E la domenica, mentre tu sei a messa a Fontanellato, io seguo il campionato di calcio alla radio. Questione di fede. Adesso, quanti siete? (Giorgio Summer e Donna Moroder)

lunedì 6 settembre 2010

Recensione del giorno

La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo
di Audrey Niffenegger

Mondadori, Milano, 2008 - 500 pagine; 9,50 euro.


Lo so che è un libro del 2003, già pubblicato in due diverse edizioni tascabili e dal quale hanno tratto un film del quale è già edito il DVD. Un film con un altro titolo, che non ho visto e temo sia inguardabile (cose che succedono, quando un progetto passa dalle mani di David Fincher e Gus Van Sant a quelle di un qualunque Robert Schwentke ). Insomma è un libro anziano, ma può darsi che io non sia il solo cui era sfuggito. Il succo è questo: l'amore eterno (è il caso di dirlo) fra una donna consapevole e un uomo affetto da crono-alterazione. Un uomo cui, fuori controllo, capita di scomparire e viaggiare nel tempo. Un uomo che sta parlando con voi nel presente e di botto scompare, per incontrarvi quando avevate dieci anni, o peggio tra dieci anni. Mentre voi state lì, con il cerino in mano, in attesa, nella speranza che dove è finito non gli succeda qualcosa di brutto. Sono viaggi brevi e inaffidabili, dove l'uomo parla e assiste senza interferire sul destino delle vicende umane. L'autrice è una che, di fronte alla pioggia, s'attarda a descrivere ogni singola goccia per colore, forma e sensazione: di regola è un pacco, ma in questo caso aiuta il clima e accompagna il libro vicinissimo alla quotidianità e lontano da quel brutto affare che chiamano fantasy romantico (il terreno di gioco dove hanno voluto incastrarlo; sempre parlando di cinema, lontano da Ritorno al futuro e vicino a Ghost o al Fantasma e la signora Muir). Anche in un regime da salotto, le possibilità offerte dallo spunto sono tante e l'autrice non se ne lascia sfuggire una. E' il vostro libro, se siete appassionati di vite parallele e possibili oltre la meschina vostra. Con un pregio assoluto, vista la materia trattata: NON è un libro new age. In sottofinale inciampa: ma chi non inciampa, in sottofinale?
(il.P.)

mercoledì 1 settembre 2010

Recensione del giorno

Gustav Mahler.
Il mio tempo verrà
a cura di Gastòn Fournier-Facio
Milano, Il Saggiatore, 2010 - 744 pagine; 45 euro.

Nel centocinquantesimo anniversario della nascita di Gustav Mahler il direttore artistico della Scala ha curato questa gigantesca raccolta di scritti, la maggior parte inediti o introvabili, pubblicati nel corso del Novecento da suoi contemporanei, esegeti, detrattori, critici ed interpreti. Si gioca in serie A: a parlare sono Thomas Mann, Stephan Zweig, Leonard Bernstein o Glenn Gould (che ne dice male). “Sono ben conscio che, come compositore, non avrò riconoscimento durante la vita”, scriveva Mahler ai tempi in cui era peraltro il più celebre direttore d’orchestra del mondo. Il libro dà conto di questo riconoscimento, ma anche della fatica e del tempo occorsi per ottenerlo. Sul verso, crepi l’avarizia, la ristampa anastatica di un libretto di fotografie seppiate del 1922. Un’opera definitiva, che non ha eguali nemmeno in tedesco. (Dj Partner)