Casa degli Atellani. Courtesy by Fondazione Portaluppi

domenica 30 maggio 2010

Recensione del giorno

Il rilegatore di Batignolles
di Claude Izner

Edizioni Nord, Milano, 2010 - 346 pagine; 17,60 euro


Ecco l’ultima avventura di Victor Legris, il libraio parigino con il pallino per le indagini pericolose. La formula di questo nuovo romanzo di Claude Izner (che ormai sappiamo tutti essere lo pseudonimo delle sorelle Liliane e Laurence Korb) è sempre la stessa ma questa volta perde un po’ di smalto forse perché la trama è appesantita da situazioni, nomi e personaggi un po’ troppo pesanti e macchinosi. Siamo nel 1893 e Legris, nonostante abbia promesso alla sua fidanzata Tasa di smetterla con le investigazioni, non riesce a mantener fede alla promessa quando scopre l’omicidio del suo caro amico, il rilegatore Pierre Andrésy, bruciato nell’incendio del suo laboratorio. La libreria Elzevir si trasforma quindi in un quartiere generale: insieme Victor partecipano all’indagine anche Mori e il loro giovane aiutante, guidati da inquietanti messaggi sibillini. Le piste si incrociano e le coincidenze diventano sempre più pericolose fino ad arrivare alla conclusione, questa volta davvero imprevedibile.Sullo sfondo un affresco della Parigi del tempo ancora scottata dall’esperienza della Comune e stravolta dagli scontri tra studenti e polizia. Per chi avesse letto tutti i capitoli precedenti è da leggere…per chi si dovesse avvicinare a Izner per la prima volta: meglio i precedenti. (adl)

venerdì 21 maggio 2010

Invito


Appuntamneto mercoledì 26 maggio, alle ore 18.30, al Bookshop&Caffetteria degli Atellani (Via della Moscova, 28) per la presentazione del volume
Il mélo ritrovato, edito dalla De Luca Editori d'Arte.
A seguire, alle ore 21.30, verrà proiettato in anteprima al cinema Apollo di Milano (Galleria De Cristoforis, 3) il film Il compleanno di Marco Filiberti. L'autore sarà presente il sala.

lunedì 17 maggio 2010

Recensione del giorno

Dove vanno le iguane quando piove
di Antiniska Pozzi

Cabila Edizioni, Milano, 2009 - 187 pagine; 12 euro


Dora se fosse un verbo sarebbe un condizionale: vorrebbe, farebbe, sognerebbe, penserebbe…ma non lo fa, è bloccata in una Fortezza Bastiani della sua mente.
Olivia è la voce narrante e deve parlare in prima persona per non disorientare il lettore. Due donne, due storie parallele che si intrecciano sullo sfondo di una Milano poco umana e tratteggiata con schizzi veloci.Potrebbe essere un giallo e il ritrovamento di un cadavere sembra spingere verso questa classificazione. Ma lo stile narrativo è troppo particolare per non condizionarne la riuscita: una sorta di mis an abime o, per dirla molto più semplicemente, un linguaggio da web dove ad ogni porta (fisica) che Olivia apre, si apre una storia che ci allontana dalla narrazione principale regalandoci però una nuova sfumatura interpretativa. Un antropologo con il chiodo fisso delle donne, una vecchia dai poteri paranormali, tre fratelli sardi intrallazzoni e un decoratore cileno sono solo alcuni degli straordinari personaggi che prendono vita dalla penna veloce di Antiniska Pozzi, giovane e ipercinetica scrittrice. Da provare! (adl)


booktrailer

mercoledì 5 maggio 2010

Recensione del giorno

Watchmen
di Alan Moore e Dave Gibbons
DeAgostini, Milano, 2007 - 464 pagine; 35 euro.

Difficile avvicinarsi ai fumetti. Ancora più complicato riavvicinarsi a essi. Difficile soprattutto ignorare le strisce già lette e scansare quei pensieri che ci hanno portato ad abbandonare la collezione di Tex e le avventure dell’Amazing Spiderman. Si può ripartire dalle vignette pubblicate sui periodici, che si leggono sempre, al bagno magari, sempre in effetto acquerello. Oppure, scoprire chi illustra le pagine di R2, effettivamente in acquerello fin dall’inizio. Alcuni guardano gli ultimi film di Batman o Sin City.
Io ho letto Watchmen, testi di Alan Moore, disegni di Dave Gibbons. Serie pubblicata dalla DC Comics in America negli anni ’80, nell’anno 2007 raccolta da De Agostini in un volume 20x30, bello e cartonato. Edizione definitiva e assoluta, 464 pagine, contenuti speciali.
Il contesto storico è fantastico ma credibile. Il rovesciamento di alcuni accadimenti chiave configura un presente alternativo, parallelo al reale. L’anno è il 1985: Nixon è ancora al potere, in barba al XXII emendamento e allo scandalo Watergate. L’Unione Sovietica ha appena invaso l’Afghanistan e gli Stati Uniti hanno vinto la guerra del Vietnam. Inoltre è conosciuto e accettato il fatto che qualcuno può viaggiare su Marte. I Watchmen non sono supereroi, non hanno superpoteri. Rorschach, Gufo Notturno, Dottor Manhattan, Ozymandias, Spettro di Seta e Il Comico. Sono i guardiani della città, un gruppo di vigilanti e giustizieri in costume. Un tempo compagni uniti nella lotta al crimine, ora fuorilegge. Qualcuno di loro ha deciso di rivelare la propria identità, altri continuano a ripulire le strade, altri ancora si sono ritirati dall’attività. Watchmen è un fumetto catastrofico, lontano dalle convenzioni del genere. Lo studio dei drammi personali dei protagonisti ricorda il realismo di Flaubert, i molteplici piani di lettura richiamano la struttura de Il nome della rosa, la maniacale dispersione di simboli e di flashback è la stessa del serial Lost.
Una menzione particolare per l’inserto metanarrativo: I Racconti del Vascello Nero, dove forse risiede il significato ultimo di Watchmen.

martedì 4 maggio 2010

Recensione del giorno

Luigi Tenco
Una voce fuori campo

di Luca Vanzella e Luca Genovese

BeccoGiallo, Padova, 2008 - 144 pagine; 15 euro


La tragica fine di Luigi Tenco la conosciamo tutti: uno sparo alla tempia nella stanza 219 dell’Hotel Savoy a Sanremo la notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967. L’Italia intera è incollata al televisore per vedere il Festival. Ciao, amore ciao, la canzone di Tenco cantata con Dalida è stata scartata. Al suo posto è stata scelta la Rivoluzione di Gianni Pettenati. Questa è la cronaca, poi ci sono le dietrologie e le supposizioni. Prima, invece, c’è la storia di un cantautore innamorato della musica, uno che si è fatto le ossa suonando nei bar con gli amici, cantando con De Andrè, bazzicando il lato artistico della Milano anni ’60. I suoi testi appaiono fuori tempo, troppo moderni ma ugualmente non allineati con il movimento di contestazione giovanile che lo accusa di essere “dalla parte sbagliata”, dalla parte di chi fa i soldi con la musica. Questa Graphic Novel racchiude in una sceneggiatura intensa e nei disegni evocativi, il travaglio interiore che accompagna Tenco: dalle sue piccole e quotidiane bugie alla sua duplice essenza divisa tra la voglia di cambiare il mondo e l’esigenza di una vita in campagna. Assolutamente da non perdere! (adl)